“Raimondo”: un libro per accettare la diversità

Hai presente quando scrolli il telefono? Sui social per esempio? Hai presente quando ti ritrovi a intercettare una persona, cominci a guardare i suoi post o solo le foto del suoi post.

E poi hai presente quando cominci magari a commentare quello che scrive? E da lì magari parte anche una conversazione privata? Per qualche motivo trovi delle affinità, degli interessi in comune e pure un certo modo di lavorare?

Esattamente così è successo con Giulia. Poi diciamo che ci siamo anche sentite al telefono. Avevo in mente di parlare del suo Raimondo già qualche settimana fa, ma sì è messa di mezzo l’influenza e tutto è slittato. Poco male, ne parliamo adesso.

Giulia è un’educatrice di asilo nido, è specializzata in Metodo Montessori e ha scritto un libro. Va beh, non è la prima  – dirai tu. Certo e non è neanche l’ultima – potrei aggiungere io. Ma dipende sempre Cosa e Come scrivi. E dipende dal punto di partenza di un lavoro di questo tipo; perché ricordiamoci sempre che scrivere un libro che sia di interesse per i bambini comporta un iper-lavoro.

Vuol dire partire dal loro punto di vista sul mondo, per veicolare un messaggio che sta a cuore a te, devi ragionare con gli stessi schemi cognitivi ed emotivi. Devi usare le parole che userebbero loro, e anche il tipo di narrazione che userebbero loro. Per non parlare delle illustrazioni che certo devono descrivere ciò che si racconta, ma che sanno andare oltre in modo da non essere troppo didascaliche e quindi piatte e noiose. E, se è il tuo caso, devi trovare una casa editrice che sposi la tua visione di infanzia e la tua percezione di narrazione. Nel caso di Giulia siamo un passo indietro; per il momento il suo libro è i self-publishing ma prevedo che arriveremo anche a quella azione di pubblicazione con  una casa editrice (o comunque glielo auguro).

Beh, Gilia ha pensato che potessi parlarti del suo libro e me lo ha mandato in regalo. Che meraviglia ricevere questo tipo di pacchi. Allora parliamo del libro!

“Raimondo”: accettare la diversità

Chi è Raimondo? E’ un bassotto che è una meraviglia per gli occhi. Almeno per i miei.
Raimondo è un bassotto. Vive in una casa lunga lunga e percorre il sentiero che lo separa dal campo in cui incontrerà altri cani. Che però sono alti alti e giocano a palla, alla quale lui non arriva mai.

Lui è basso e lungo, mentre loro sono alti e corti. Quindi predisposti fisicamente a giocare a palla, a differenza sua. Per cui non lo vogliono perché non è capace e rovinerebbe il divertimento.

Dopo essersi addormentato triste sotto un albero, la palla finisce sopra il suo naso, riesce a colpirla e a recuperarla. E guarda caso, da seduto è alto come gli altri cani.

Cambia quindi la prospettiva dei tre cagnoloni perché vedono un altro modo di colpire la palla, che non sia solo e esclusivamente quella proposta da loro.

Il libro termina con una bella merenda a base di una torta che mette tutti d’accordo e chiaramente di buon umore.

Raimondo, cosa c’entra con l’accettazione della diversità?

Raimondo ci racconta di come abbiamo sempre delle risorse da mettere in campo. E di come possiamo imparare a guardare le cose e ad affrontarle anche in un modo che non è il nostro.

Raimondo è tutti noi quando ci sentiamo incapaci, o quando ce lo fanno credere; è la possibilità di essere diversi da noi rimanendo noi stessi; è la voglia di sentirsi parte di un gruppo, quello degli amici; è la necessità di cambiare prospettiva sull’altro osservando le sue potenzialità. Raimondo è questo e molto altro. Probabilmente tutto quello che anche il tuo bambino troverà in lui leggendo la sua storia.

Raimondo è una storia di sentimenti: desiderio, voglia di fare amicizia, necessità di sentirsi accettati, delusione, selezione di amicizie anche in base agli aspetti in comune, cambiamento di prospettiva, pace.

E’ la possibilità di mettersi in ascolto e in osservazione di altri modi di affrontare le sfide della vita; per questo motivo è un libro che consiglio dai 2+ anni ma che non ha limite di età. Certamente ci sa raccontare a successive letture aspetti diversi.

perché anche i genitori hanno da imparare da raimondo?

Per questo motivo è un libro che fa bene anche agli adulti e non solo ai bambini. Quanto siamo disposti a mettere da parte le nostre sovrastrutture per guardare l’altro (anche il nostro bambino) in base a cosa è capace di fare e non solo dei sani limiti in altre cose?

Siamo in grado di cambiare prospettiva con cui guardiamo anche ai sentimenti dei nostri bambini quando sono feriti e delusi dagli amici? (tra l’altro avviene in ogni sana relazione di amicizia)

Ecco per questi e altri motivi mi sembra che questo sia un buon libro da avere a casa e anche in struttura (nido e scuola dell’infanzia ma anche alla primaria=

A seconda dell’età possiamo proporre anche delle possibili attività a seguito della lettura che aiutino i bambini a fissare l’esperienza. Ad esempio sul proprio schema corporeo, su cosa mi rende speciale rispetto agli altri bambini, su cosa invece ci unisce, sui sentimenti che proviamo quando qualcuno ci esclude, su cosa possiamo dire a un amico deluso per un’amicizia… e di passo in passo generare consapevolezza e narrazione della nostra esperienza.

E allora, grazie mille Giulia per il Raimondo. E buona lettura!

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