Mamma, che rabbia!

Rabbia nei bambini: come non soccombere. Per iniziare questo percorso che riguarda la rabbia dei nostri bambini, dobbiamo cominciare con il dire che la rabbia è funzionale alla crescita emotiva e sociale del bambino. Per cui fa parte dei passaggi di crescita. E come tale, necessita di impegno, pazienza e tempo.

Antipatica. Insopportabile. Socialmente Inaccettabile. Detonante. Sfiancante. Spiacevole.

Se la rabbia ha tutte queste caratteristiche, allora perché esiste? Perché è un’emozione funzionale e fondamentale per la crescita emotiva e sociale?

Proviamo a darci un inquadramento scientifico.

La rabbia è una delle 6 emozioni principali: fa quindi parte del bagaglio con cui nasciamo e con cui, per tutta la vita, ci rapporteremo a noi stessi e al mondo.

Si manifesta con una sovrastimolazione corporea di grande allarme. È un meccanismo molto antico; gli animali e l’essere umano lo utilizzano per affrontare i pericoli, difendersi e attaccare poiché è rapido e ci fa reagire velocemente.

Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che la rabbia viene innescata dal medesimo interruttore che regola l’ansia e la paura è che si trova in una regione del cervello chiamata setto laterale, a sua volta collegata con l’ippocampo (emozioni e apprendimento) e l’ipotalamo (aggressività e produzione di ormoni).

Questa condizione compromette la capacità di pensare, controllarsi e capire la gravità delle conseguenze su di sé e sugli altri. Si avverte una sensazione di pericolo e di minaccia, per cui il cervello e il corpo si allertano e attivano i comportamenti aggressivi.
La parte superiore del cervello, infatti, che serve per gestire i pensieri, in questi momenti è “spenta”. A mio figlio dicevo “Ti si chiude la vena” e in un certo senso è proprio così.

E nei bambini? rabbia nei bambini: come non soccombere

Nei bambini, non essendo ancora maturate del tutto le aree cerebrali e i vari collegamenti neurali, queste manifestazioni generano paura, profondo stress, incapacità di controllo e malessere fisico.
Se glielo si chiede, rispondono di sentire un vulcano nella pancia che non possono fermare. Sono i primi a spaventarsi della loro reazione e a non saperla dominare.

Ma quali sono i “loro” motivi di allarme?
Perché i bambini si arrabbiano? Ti lascio qui il link al reel che ho girato per raccontarti alcuni possibili motivi della rabbia nei bambini.

Tolte le situazioni di violenza subita o assistita o eventi potenzialmente traumatici, ecco alcune possibili fonti di rabbia:

  • senso di impotenza: non riuscire a ottenere immediatamente un risultato. Se protratto nel tempo, genera rinuncia all’azione; talvolta anche vergogna nei confronti delle aspettative altrui.
  • inganno: aspettative che non trovano riscontro nella realtà, a maggior ragione se promesse e non agite
  • stanchezza: la tolleranza a ritmi sostenuti e/o a cambiamenti continui delle abitudini possono essere fonte di stress
  • senso del possesso: a partire dai 18 mesi fino ai 3 anni (circa) la fase possessiva è al picco. Per uscirne, così come tutti i passaggi di crescita, serve pazienza, tempo e presentazione delle possibili regole a riguardo
  • troppe regole/restrizione alla libertà: si limita la naturale propensione a fare esperienza personale e autonoma. In questo caso a risentirne è l’autostima, la cui carenza genera a sua volta rabbia.
  • poche regole: il nostro bambino ha bisogno di un sistema normato che dia il confine delle proprie azioni. In questo modo saprà organizzare sé e il proprio campo di intervento
  • interruzione brusca delle proprie attività e impazienza
  • isolamento e solitudine protratti nel tempo fanno aumentare la produzione di ormoni dello stress
  • un bisogno profondo che non viene ascoltato/percezione di ingiustizia: quando il nostro modo di ascoltare, consolare, coccolare non è sufficientemente contenitivo, il bambino vive un senso di colpa per non essere stato in grado di comunicare il proprio bisogno e dolore. E questo a sua volta può riportarlo a una situazione di stress.
  • tristezza e paura non accolti e/o banalizzati.

Conoscevi questi aspetti? Quale ti sembra più coerente con la rabbia di tuo figlio?

In questo articolo invece vediamo nel dettaglio cosa fare.

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Questo articolo fa parte del mio lavoro di consulenza come pedagogista. Ti lascio qui il form per  richiedere una consulenza.

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