Giostrina e libro sensoriale: tessere bianche che nere che si trasformano

Oggi ti voglio presentare un mio nuovissimo progetto a partire dal bianco e nero: dalla giostrina al primo libro sensoriale. Ma di cosa si tratta? Sappiamo che il neonato, almeno nelle prime settimane di vita, vede ad una distanza di circa 30 cm (la natura lo predispone così a vedere in modo selettivo il volto della madre che lo nutre) e solo il bianco e il nero.

Ecco allora che le attività e le proposte di gioco che pensiamo per il bambino hanno come presupposto queste due caratteristiche.

Ho quindi pensato a una proposta artigianale (te lo devo specificare che è in feltro?) che permetta una prima interazione visiva del nostro bambino. Ma come tutti i miei giochi, l’ho progettato perché cresca con il tuo bambino e lo possa quindi accompagnare per molto tempo.

Il gioco quindi si adatta, da una parte, alle competenze maturate dal bambino e, dall’altra parte, le sviluppa suggerendo diversi utilizzi. Ecco perché è un passaggio dalla giostrina al libro sensoriale utilizzando solo il bianco e il nero. 

Tu, genitore, sei il facilitatore di queste interazioni consentendo al bambino un’esplorazione autonoma e via via affinata.

Sono partita dalle carte ad alto contrasto, quindi con base nera e forme geometriche bianche (o viceversa). Queste carte attirano molto bene lo sguardo del bambino neonato e il movimento sviluppa la sua possibilità di seguire con lo sguardo e poi con la testa il movimento delle carte.

Tessere in bianco e nero della giostrina storie di libri appesi in feltro lana creata da Paola Bongio

Come primo utilizzo per cui appenderemo le carte a una giostrina da appendere sopra la culla o sopra il fasciatoio oppure sopra un angolo morbido.

5 o 6 carte sono sufficienti, soprattutto perché essendo bifronti danno un numero adeguato di stimoli al nostro bambino. Con il naturale movimento dato dall’aria in casa la giostrina si muove e “culla” il nostro bambino. Più avanti il movimento di gambe, tipico del neonato di 2 mesi, farà a sua volta muovere la giostrina. Il bambino impara quindi in modo graduale che una sua azione genera una reazione esterna. Per lui sarà un momento di estremo divertimento, godimento e soddisfazione. E’ una delle prime volte che potrà dire “sono capace”

Tessere bianche e nere della giostrina storie di libri appesi in feltro lana

Successivamente, a partire dai 3 mesi, quando il bambino starà a tappeto e poi quando imparerà a stare a pancia in giù e sollevare la schiena facendo forza sulle braccia, puoi sganciare le carte e usarle singolarmente. Le metterai di fronte a lui e le avvicinerai e allontanerai; le sposterai a destra e sinistra, in alto e in basso. Puoi usare ritmi diversi: lentamente e poi via via più velocemente.

Perché? In questo modo il bambino affinerà la sua capacità di profondità della vista e di attenzione di un oggetto che si muove. Inoltre, cercando di mantenere la testa verso l’alto per poter vedere le carte, si rafforzeranno i muscoli della schiena e delle braccia, fondamentali per passare alla posizione da seduto. Siccome lui conosce poi queste forme perché le ha già viste nella giostrina, la sua attenzione sarà sostenuta da una dimensione emotiva di rassicurazione e sicurezza.

Giostrina storie di libri appesi in bianco e nero, progetto su misura di SerEmiLe

Quando il bambino, intorno ai 6 mesi, starà seduto da solo, le tessere vengono ancora in suo aiuto. Avendo ora le mani libere di muoversi, potrà esplorarle a livello sensoriale, avvicinarle e allontanarle da solo agli occhi e alla bocca. Tu stai tranquillo, la tessera è di un materiale naturale e non ci sono parti incollate ma solo cucite a mano e non sono presenti decorazioni che possano essere ingerite. Quindi, ad una precedente esplorazione visiva si aggiunge un’esplorazione tattile e di gusto, affinando e aumentando le competenze del bambino.

Carta in bianco e nero per sviluppare la concentrazione del bambino

Ancora, verso gli 8 mesi quando compare la conservazione dell’oggetto (un oggetto esiste anche se non lo vedo) le puoi usare per il gioco del “c’è e non c’è”, nascondendole dietro la tua schiena e poi riportandole alla vista del bambino. Piano piano lui le cercherà anche con il corpo. In questo modo passerà dalla posizione seduta a quella a carponi, necessaria per la fase del gattonamento. Un altra possibilità che hai è quella di posizionarle a terra a una distanza di circa 50/60 cm e chiedere al tuo bambino di provare a prenderle. Anche questo esercizio lo “costringerà” a spingersi in avanti appoggiando le mani a terra e quindi portandolo pian piano a gattonare.

Più avanti, verso i 10 mesi, puoi trasformare le tessere in un libro, facendo passare un cordoncino nei buchi che inizialmente servivano a appendere le tessere alla giostrina. Il bambino capirà pian piano che le tessere hanno una sequenza tra di loro (puoi metterle per associazione di forme, o per contrasto di negativo, oppure casuali) e tenterà di sfogliarlo. Ancora, puoi cambiare periodicamente la sequenza delle tessere creando quindi libri diversi tra di loro.

Possiamo poi pensare di aggiungere altre tessere che si differenziano da queste per colori (aggiungeremo dapprima il rosso e via via altri colori) oppure per forme (alle forme astratte faremo seguire le forme geometriche e poi animali, fiori, frutti…) oppure personaggi e ambienti per costruire delle vere storie.

Allora, cosa te ne pare dei mi eigiostrina e libro sensoriale? Se lo vuoi vedere nel dettaglio, lo trovi qui 

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